Nella tensione tra conservare e dimenticare, qual è il ruolo degli archivi di movimento? Come preservare la memoria dei conflitti? Quale conflittualità nel fare archivio?
10.30-12.30 Discussione con: Collettiva Interzona – Bibliotork Interzona Caronia (Milano), Archivio Primo Moroni (Milano), APE (Milano), Archivio proletario internazionale (Milano), Centro Studi Libertari – Archivio Pinelli (Milano), Laboratorio Intergalattico Giacomo Verde Artivista (Viareggio), REBAL, Grafton9 (Bologna), Italian Tapes Archive (Milano) e chi vorrà unirsi
12.30-14.00 Pranzo sociale
14.00-17.00
Lorenzo Pezzica, Dimenticare repressivo, dimenticare conservativo: archivi dei movimenti e archivistica come dispositivi ribelli di creazione di realtà conservative alternative
Laboratorio Intergalattico Giacomo Verde Artivista, A mettere mano: momento performativo di archivi/azione
Sara Molho
Appunti per la costituzione di un gruppo di Archivi
Alcune questioni ‘tecniche’ investono chi intenda, in autonoma autogestione, dar vita ad un archivio / biblioteca / centro di documentazione o comunque raccogliere ed organizzare, allo scopo di renderle accessibili, tracce del passato o del presente.
In ballo vi sono delle questioni ‘politiche’ e delle questioni ‘tecniche’.
Quelle ‘politiche’ (usiamo volutamente le virgolette) riguardano la definizione degli ambiti / degli scopi / degli orientamenti che devono contraddistinguere gli aderenti e il loro stare insieme, una giusta misura tra alcune condivisioni forti e la capacità di contenere anime differenti. Non si tratta di dare una linea ma di permettere la convivenza di approcci diversi.
Quelle tecniche riguardano gli ‘strumenti’ che sono anche metodiche di classificazione, strumenti fisici (per esempio per la conservazione dei materiali) e digitali (per esempio la digitalizzazione).
Per le biblioteche è diffuso l’utilizzo di Koha [https://koha-community.org/] e RebAl (Rete dell Biblioteche Anarchiche e Libertarie) ha dato vita con questo a uno strumento per “mettere in comune i cataloghi dei libri posseduti da vari centri di documentazione specializzati in storia, teorie e culture dei movimenti anarchici e libertari”.
APM, per l’inventariazione delle schede di archivio si appoggia sull’istanza Archimista/Archivista della Regione Lombardia [https://lombardiarchivi.servizirl.it/custodians/2164] ma non è sufficiente, né è detto che ad altri possa andare bene. Sarebbe opportuno avere un censimento di strumenti per la gestione dei materiali più propriamente d’archivio.
Su segnalazione di un archivio di compagni brasiliani (archivio Historico Del Movimento Operaio Brasiliano, https://sistemas.unesp.br/acervo/publico/material.pesquisar.action) citiamo Atom [https://www.accesstomemory.org/]
Altrettando utile sarebbe avere un’idea degli strumenti disponibili per gestire (catalogare, ordinare e mostrare – ricercare -) foto, manifesti e relativi metadati.
Altro punto riguarda gli strumenti di acquisizione di materiale digitale cartaceo che non sia lo scanner piano A4 da ufficio o qualche service a pagamento per i formati più grandi. Ci sono degli scanner DoItYourself, la condivisione di pratiche ed esperienze in questo senso potrebbe essere utile.
Per l’acquisizione (digitalizzazione) di materiali video e audio di diversi formati sono necessari apparecchi non sempre facili da trovare e spesso costosi. Un censimento dei formati acquisibili renderebbe facilmente praticabile delle transcodifiche altrimenti difficili od onerose.
L’approccio più immediato è l’uso di spreadsheet (Excel o similari). Quanche indicazione su quali accortezze prendere per passare eventualmente su uno strumento diverso in un secondo tempo senza dover rifare tutto da capo sarebbe ugualmente utile.
Vi è poi la questione che riguarda la conservazione fisica dei materiali, identificazione di strumenti e metodologie atte a prevenirne il deterioramento, e che impatta fortemente nelle realtà coinvolte, molte in luoghi occupati dove spesso non è possibile garantire le condizioni ottimali per la salvaguardia dei materiali cartacei ma dove spesso è anche la stessa permanenza ad essere motivo di incertezza.
Diversa ma ugualmente cogente è la questione della conservazione del materiale digitale che pone dei problemi di gestione dello spazio, di ridondanza del dato, di aggiornamento e protezione dei sistemi e di indipendenza degli stessi. Questioni ancora tutte aperte.
Per i video, audio, materiali “pesanti” diverse realtà già si appoggiano all’Internet Archive e qualcuno anche su YouTube.
Infine c’è un capitolo che aleggia, ancora tutto da scoprire, che riguarda l'”archiviazione del presente”, che apre delle problematiche aggiuntive come la scelta delle fonti, la presenza di materiali difficilmente “archiviabili” come le comunicazioni dei social, siti web, più effimeri e spesso in mano di multinazionali poco propense alla libera condivisione.
In generale emerge la necessità di identificare degli strumenti ed approcci ‘possibili’, non degli standard ma delle possibilità. Ciascuno sceglierà poi quel che più si confà alla sua realtà.
Di qui il desiderio di confrontarci con storie sorelle e competenze affini.
La giornata di domenica 6 aprile è interamente dedicata agli archivi. Pensavamo di dedicare mezza giornata (la mattina) ad un incontro pubblico ma non pubblicizzato un po’ tecnico su “gli strumenti”. Il pomeriggio invece è riservato a questioni più generali, sul senso e il modo di fare conservazione della memoria senza volerne fare un museo polveroso (che pure è un luogo non privo di fascino).
Vi invitiamo a condividere saperi e ad un confronto di persona, che potrebbe essere proprio nelle giornate del 5/6 aprile.
Cascina Autogestita Torchiera Senz’Acqua
P.le Cimitero Maggiore 18, Milano
torchiera.noblogs.org