Accoglienza | Ore 9.00
Banchetto materiali, videoincursioni, introduzione alla giornata dedicata ad Antonio Caronia nel decennale della sua scomparsa
Prima parte | Ore 09.30 / 11
Memorie del futuro
La parola archivio identifica al tempo la collezione di risorse documentarie e la sede che le custodisce, un bipolarismo semantico che evoca immediatamente la molteplicità di funzioni (consultazione, ricerca, divulgazione..) di per se implicate nella conservazione dei documenti.
Parlare di “Memorie del futuro” evoca la rottura di questo binarismo per porre il lascito materiale di Antonio, due archivi-biblioteca oggi ospitati a Milano presso la Cascina Autogestita Torchiera (dal 2012 all’interno di BiblioTork InterZona Caronia) e da quest’anno anche al Centro per l’arte contemporanea CareOf (presso la Fabbrica del Vapore), in un orizzonte di dialogo con percorsi presenti di pensiero radicale, attivismo e iniziativa culturale. A partire da questa tensione, il superamento della vocazione conservativa a fronte della ricombinazione di concetti e percorsi, aprirà la giornata una tavola rotonda con alcuni archivi di movimento e controculturali del panorama milanese. Archivi che per la loro natura ibrida, tra memoria individuale e collettiva, sono una fondamentale risorsa per dare visibilità a una storia di per se estremamente fluida e difficilmente assoggettabile a una, pur precaria, memoria condivisa.
Dialogano con Bibliotork InterZona Caronia e CareOf, Archivio Pinelli , Archivio Moroni e Archivio Ignazio Maria Gallino.
Ore 11 / 18
Antropologie del possibile
Se ormai ogni aspetto della vita umana, ogni secondo del nostro tempo è coinvolto (sussunto) nel processo di valorizzazione, dobbiamo rassegnarci all’eternità di questo incubo?
Antonio Caronia ha insegnato per tutta la vita con la precisa convinzione che se è possibile insegnare, non lo è imparare: “nel senso paradossale che non è possibile trasmettere conoscenze tali e quali da una mente all’altra”. Apprendere, condividere, insegnare significa comunque costruire saperi situati e sperimentati nella pratica trasformativa.
La scoperta dell’inconscio tecnologico, il performativo, l’ibridazione radicale, la frantumazione del linguaggio, la sovversione delle macchine comunicative sono alcune delle tattiche interconnesse e dai contorni sfumati che Antonio Caronia ha attraversato nel suo rapporto con l’arte, la tecnica, le fluttuazioni del linguaggio e i corpi della politica. A partire dalla fantascienza di Dick, Ballard, Delany e Burroughs all’immaginario cyberpunk fino all’arte biotech, passando attraverso la performance, il subverting e i nomi collettivi.
Oggi come allora rimangono inevitabilmente irrisolte questioni importanti. Come cyborg, soggetti del capitalismo avanzato ipertecnologico, in un mondo postumano, è possibile individuare “interferenza tra il sapere e il potere”? È possibile costruire situazioni e azioni che tentano di riappropriarsi di linguaggio, immaginazione, relazioni e affetti?
Occupare è una pratica e l’immaginario è la realtà che con le parole e i pensieri condivisi si fa mondo. Gli interventi dei relatori invitati, e gli stimoli e le idee che verranno dalle persone presenti, in una (seppur piccolissima) misura concreta, ci aiuteranno a fare questo.
Ore 11.00/12.30
Dissipare saperi per non fondare poteri
Cosa ci ha lasciato Antonio Caronia, quali alternative alla fine delle utopie?
con Giuliano Spagnul, Carlo Pagetti, Ubaldo Fadini, Alberto (Abo) Di Monte
Pausa pranzo conviviale | Ore 12.30 / 14
Grande tavolata a prezzo convenzionato per le/i partecipanti, con richiesta di prenotazione
Ore 14.00/14.20
Marco Philopat ricorda Antonio Caronia
Ore 14.30/15.20
Forme di “interferenza tra il sapere e il potere”
Abbiamo conosciuto Antonio Caronia come traduttore, curatore, docente, dramaturg, performer. Focus di questo intervento è proprio la trasversalità di questa azione nell’arte e nella cultura, testimone di un impegno costante nel dare parola, fornire mezzi al discorso, armare il sapere contro il potere.
Ripercorrendo le tracce di quanto condiviso, da Burroughs a Ballard ad Artaud a Foucault, vogliamo ragionare su come ancora oggi la costruzione di senso, la trasmissione dei saperi, la costruzione artistica, siano esercizio politico e presidio di una complessità irrinunciabile.
E proporre, infine, le Caroniadi.
con Francesca Marianna Consonni, Giuseppe Isgrò, Patrizia Moschella
Ore 15.30/16.20
Soggettività, immaginario e partecipazione
“Non è possibile nessun accesso alla verità senza ascesi” (Foucault).
Soggetti/soggettivazioni, felicità/inquietudine, dimensione etica e parresiastica della libertà: se i padroni fabbricano soggetti a partire da discipline costituite,qual è il ruolo dell’immaginario nella prassi educativa? Ovvero, in altre parole: l’insegnante può non essere un signore della realtà? Nel tentativo di cartografare il reale attraverso pratiche partecipative, Caronia ha ripensato i confini disciplinari, domandandosi quali soggettività coinvolgere nella creazione di uno spazio virtuale come spazio comune formativo.
con Amos Bianchi, German Andres Duarte Penaranda, Sara Molho
Ore 16.30/17.30
L’inconscio della macchina
Se l’“inconscio ottico” (Benjamin) si presenta nel secolo corso attraverso la fotografia e il cinema, Antonio Caronia si interroga sull’inconscio della macchina digitale che il “sistema essere umano computer” lascia intravedere. È uno sguardo che emerge, con molto anticipo, dall’esperienza artistica e materiale che il regime della virtualità porta alla luce, assieme a una esuberante e fluttuante semiosi. Alla ricerca di nuove linee di fuga, questo sguardo si estende oggi alle incognite e alle trasformazioni che il dominio dell’automazione cognitiva e delle AI prospetta per le nostre vite.
con Alberto Abruzzese, Gabriela Galati, Mario Canali, Ippolita, Fabio Malagnini
Ore 17.30/18.00
Interventi dal pubblico e conclusioni