Quando Caronia dialogava con i bat-maniaci

La corrispondenza tra Caronia e i fan di Batman

Molti ricorderanno che parallelamente al suo impegno nella fantascienza e nei media studies, Caronia nutrì a più riprese un interesse per il genere del fumetto. Dagli anni Ottanta iniziò infatti a occuparsi attivamente di cultura cosiddetta “di massa”, “di evasione”, “di consumo”, e scrisse articoli per Linus, Alteralter, Corto Maltese, Orient Express e Cyborg.
Forse non tutti però ricordano che tra la fine del 1992 e il 1995 Caronia si sporcò le mani nella redazione di Batman edito da Glénat Italia. È lui stesso a ricordarlo in un articolo sui supereroi:

Gli anni ’90 furono il mio periodo di maggior coinvolgimento professionale nel mondo del fumetto. Per una serie di motivi (forse di equivoci) tra il 1993 e il 1995 lavorai nella redazione dell’edizione italiana di Batman pubblicata dalla Glénat Italia (marchio Rizzoli). Ero il braccio destro di Fulvia Serra, che figurava come direttrice ma era oberata di altri lavori, priva di grandi competenze specifiche e forse anche di interesse. Di fatto io ero responsabile della programmazione del materiale (la cosiddetta “continuity”), della posta coi lettori, degli scarni apparati critici e delle traduzioni degli episodi più importanti.

 

Non mi soffermerò sul rapporto fantascienza-fumetto né sulla figura del supereroe, su cui pure Caronia ebbe modo di riflettere. Tralascio anche questioni di dettaglio che riguardano Batman (trame, personaggi, albi, film, retrospettive etc.) per concentrarmi invece sulla posta dei lettori e su come Caronia la gestì, cercando di restituire almeno in parte il clima e gli umori di quegli anni.

Dopo aver passato in rassegna la fitta corrispondenza tra Caronia e i lettori di Batman credo di poter sostenere che fra i vari compiti che Fulvia Serra gli affidò, la cura della posta non fu certo tra i più semplici: dialogare con i fan dell’eroe pipistrello non fu un’attività editoriale come un’altra e nemmeno un puro lavoro di mediazione: fu un’attività da “prima linea”.
Caronia non era certo uno sprovveduto: era una persona abituata al confronto e allo scontro critico e doveva avere presagito che l’umore di molti fanatici del genere non fosse, in quel periodo, dei migliori. Credo tuttavia che rimase almeno in parte sorpreso quando iniziarono a piovere le prime missive di lettori così competenti e arroganti, quando non prevenuti o incazzati.
Nell’introduzione a un articolo sul giustiziere della notte è lui stesso a ricordare il clima infuocato di quegli anni: “Le polemiche con gli appassionati infuriavano, e io mi trovavo a dover mediare fra una politica editoriale (non decisa da me) quanto meno discutibile, e le rimostranze dei lettori e dei fan”.
Possiamo dire che Caronia si trovò nel posto giusto al momento sbagliato: i lettori erano affamati e risentiti per la lunga assenza di Batman dalla scena editoriale italiana (le ultime pubblicazioni regolari risalivano al 1976-1981 ad opera di Cenisio) e infuriati per il trattamento riservatogli negli anni ’80 dalla rivista Corto maltese che pubblicava le storie del Cavaliere oscuro in supplementi privi di alcuna periodicità.
Caronia si trovò quindi in più occasioni nell’ingrata posizione di dover giustificare non solo politiche editoriali su cui aveva un controllo marginale, ma addirittura le scelte di una rivista – Corto maltese- a cui aveva dato un contributo sporadico.
Prima di dare voce alla rabbia dei fan faccio un passo indietro, alla lettera inaugurale (e in qualche modo programmatica) della posta, firmata da Caronia:

Ben ritrovati, vecchi e nuovi lettori dell’uomo pipistrello, sulle pagine di questa nuova serie dedicata a uno dei miti più duraturi del fumetto di questo secolo. Sarò io, per incarico della direttrice a leggere le vostre lettere e a rispondere, se sarà il caso. Un lavoro che mi immagino già duro e defatigante, ma anche piacevole divertente. Spero che altrettanto possiate dire voi. Ci conosceremo meglio mano a mano che i mesi passeranno, ma preferisco dirvi subito due parole sulle caratteristiche di questa rubrica. Naturalmente risponderò, nei limiti del possibile, a tutte le vostre domande, sia che riguardino il presente, il passato e il futuro delle scelte editoriali su Batman degli USA, In Italia e (per quel che ne so) nel mondo, sia che riguardino altri aspetti della storia di questo personaggio dei suoi amici e dei suoi nemici e delle molte facce di Gotham City. Frugherò nella memoria, consulterò enciclopedie e riviste, magari passerò la palla ad altri collaboratori o, perché no, ad altri lettori. Però non vorrei che queste due paginette diventassero solo una palestra di erudizione batmaniaca (o batmanesca) da cui forse i più verrebbero esclusi. E neppure che fossero un puro elenco di richieste: “quando pubblicherete questo”, “quando pubblicherete quest’altro”, “perché non saltate questa storia”. Mi piacerebbe di più invece discutere con tutti voi su quello che avete letto in questo ma anche negli altri giornali e negli altri libri a fumetti e non su quello che vedete attorno a voi nella vostra città, sulle somiglianze e le differenze tra quello che capita nel mondo reale e quello che capita nel mondo dell’immaginazione. Una delle cose che mi hanno sempre attratto nella narrativa popolare (nei libri come al cinema, nel fumetto come nella fantascienza, nel giallo come nell’horror) è proprio la capacità di guardare con gli occhi della fantasia il mondo reale e di vederci cose strane che senza quegli occhi non si potrebbero vedere. Da questo punto di vista Batman è un personaggio ricchissimo, e il Batman degli anni Ottanta e Novanta, dopo la meravigliosa riscrittura che ne ha fatto Frank Miller, lo è in modo particolare. Ma queste cose voi le sapete benissimo sennò non sareste qui a leggere queste storie (…). Bene: spero di essere stato chiaro e di leggervi in abbondanza nelle prossime settimane. Bat- saluti.

Non credo di esagerare se dico che, nonostante alcune lettere di cortese e ammirato sostegno, la posta dei lettori dei primi numeri fu un bagno di sangue. Alcuni fan non aspettarono nemmeno il primo numero per avanzare le proprie rimostranze:

Cara Fulvia Serra, sento che stai preparando l’edizione italiana di Batman, e che vuoi propinarci tutti i numeri di Batman e Detective Comics dal 1986 ad oggi. Contenti voi… non so quanti avranno il coraggio di sorbirsi le storie mal raccontate e peggio disegnate del trio Jim Starlin; Jim Aparo, e Mike de Carlo in uno dei loro periodi peggiori (…).

Spettabile redazione, un giudizio veloce sul N. 1 di Batman: ci avete regalato dei gioielli (le storie di Batman) avvolti nella carta igienica (gli editoriali, gli articoli, le news). Avvertite Fulvia Serra che NON VOGLIAMO ASSOLUTAMENTE UN BAT-LINUS! Prendete esempio dagli altri editori (Play, Star, Comic Art): quindi dateci più note sulle storie, più fumetti, meno chiacchiere (…).

Come riassume efficacemente Caronia nella posta del numero 5, le critiche investono diversi aspetti riconducibili alla veste grafica (il formato e la numerazione delle pagine, la copertina e lo strillo che vi campeggia – “quindicinale supereroico” – su cui Caronia esprime diplomaticamente la sua neutralità), aspetti redazionali e di traduzione (lunghissima e accesa sarà ad esempio la discussione sull’articolo “Il” davanti a Batman). I lettori mostrarono poi attenzione al dettaglio pronunciandosi anche su questioni filologiche (si veda ad esempio la richiesta, accolta, a dir il vero, fin dal numero 2, di indicare testata e numero dell’albo originale). Anche la scelta degli albi da pubblicare fu una questione molto dibattuta. Non mancano poi critiche allo stile della rubrica condotta da Caronia:

Filippo mi chiede invece di presentare le mie referenze (…) Aggiunge poi che la mia introduzione (nel N.1) lo lascia “interdetto” perché da un lato io supporrei “di avere a che fare con un pubblico inesperto, scarsamente interessato a questioni strettamente legate al fumetto”, dall’altro parlo “con leggerezza” di opere e autori dando scarse indicazioni sulle loro caratteristiche e sulla loro reperibilità.

Forse chi lo ha conosciuto sorriderà più degli altri nel sapere che in quegli sciagurati mesi di dialogo con i bat-maniaci, come amava scherzosamente apostrofarli, Caronia dovette persino difendersi da accuse di censura. E non c’è dubbio che si trattò dell’accusa che, fra tutte, più gli fece perdere la pazienza insieme all’aura di diplomatico conversatore.

Comincio a rispondere a due lettori (…) che intervengono entrambi sulle caratteristiche della mia rubrica. Massimo avanza il sospetto (anzi, secondo lui la convinzione) che io selezionerò le lettere per pubblicare solo quelle di elogio, perché ho chiamato “batmaneschi” gli appassionati che fanno delle critiche. Caro Massimo, spero che il tuo sospetto si sia chiarito leggendo le rubriche della posta dei N. 2, 3 e 4. Comunque mi spiego ancora meglio: sia io che la regista siamo visceralmente, categoricamente e incondizionatamente contrari alla censura, anche alla censura delle opinioni negative per noi, per cui non solo pubblicheremo (nei limiti dello spazio) tutto il possibile, ma daremo la precedenza alle lettere di critica e tendenzialmente NON (dico NON) pubblicheremo le lettere di solo elogio. Come sto facendo adesso con te (…).

Alcuni lettori finiscono invece per attaccare Caronia nel suo – di fatto inevitabile – ruolo di mediatore. Questa la risposta di Caronia – esempio non isolato di risposta piccata e diretta – a un lettore che gli dà dell’imbonitore e del censore:

[…] La lettera di Bonazza conteneva osservazioni e punti di vista sulle scelte editoriali e la qualità della rivista già espresse da molti altri lettori, compresa la lamentela per la pubblicazione di Batman su Corto maltese, lamentela che definivo appunto “superata” […] Una sola era la novità della lettera che poteva consigliarne la pubblicazione: l’invito (che continuo a considerare “malizioso”) a “sbarazzarsi” di Fulvia Serra e a cambiare la direzione della rivista. Ma era una boutade che non mi sembrava essenziale da comunicare ai lettori. Siccome però Bonazza insiste, evidentemente persuaso che nella mia qualità di “equilibrista” e si “imbonitore” io voglia privare i lettori del suo fondamentale punto di vista, voglio spiegare solo una cosa. Il fatto che io risponda sempre cortesemente (mi sembra) anche a chi cortese non è, o che dica “ci penseremo”, “ne parlerò alla regista”, etc, non deve farvi pensare che state parlando a una testa di legno, messo qui tanto per fare da cuscinetto fra Fulvia Serra e voi. Su alcune scelte della rivista (per esempio la programmazione delle storie) dovete, ahimè e ahi voi, considerarmi almeno corresponsabile, perché sono io che faccio le proposte alla regista. Quindi, per favore, critiche quante ne volete, ironie e battutine come vi pare, ma vi pregherei di non farmi passare per scemo. Andiamo avanti.

Sempre sul tema della censura Caronia si trova poi a dover rispondere agli indignati attacchi di alcuni lettori che non hanno mai dimenticato i brutali tagli editoriali di Corto maltese a Elektra e Watchman. L’intervento del lettore:

(…) Voi, ‘cari amici’ asserite di odiare la censura, quando nella rivista Corto maltese (da voi edita) avete deturpato due grandi opere del fumetto mondiale, Elektra Lives Again e Watchman (…) Ciò che mi fa più arrabbiare e che mi rende incredibilmente furente è che, dopo aver fatto quegli ignobili tagli censori, senza darne alcun motivo, avete la sfacciataggine e il coraggio di innalzarvi contro la censura!!! (…).

Nonostante le critiche e gli scontri accesi, sintomi inevitabili delle frustrazioni ma anche della passione di lettori che partecipano con una vitalità e un coinvolgimento francamente oggi sorprendente al dibattito, il rapporto tra Caronia e gli appassionati di Batman cresce, si evolve, si approfondisce con il passare dei numeri. Lo testimoniano gli assidui interventi di alcuni fan con cui Caronia instaura un dialogo via via più familiare e rilassato, spesso velato di affettuosa ironia:

Antonio Auletta è diventato uno degli ospiti più assidui di questa rubrica. “Spero non ti dispiacerà il fatto che io ti scriva con una certa frequenza”, mi dice. Ma scherziamo, caro Antonio? Il fatto che tu scriva non mi dispiace affatto. Certo, devo sempre avere a portata di mano un microscopio per la decifrazione dei tuoi messaggi, rigorosamente scritti a mano con calligrafia miniaturizzata e su una leggiadrissima carta colorata che mi dispiace i lettori non possano vedere, adattissima a far dissolvere le parole sullo sfondo. Scherzi a parte, eccovi una sostanziosa antologia dell’ultima missiva dell’infaticabile di Frattamaggiore (…).

Lo testimoniano gli interventi acuti, intelligenti e talvolta personali di altri lettori che vedono in Caronia un interlocutore in qualche modo paterno, da cui si sentono compresi e con cui sono liberi di affrontare qualsiasi argomento riguardi l’eroe tanto amato. Non mancano poi cartoline, disegni, manifestazioni di affetto e richieste buffe o ingenue da parte dei lettori più giovani.

Caro Batman, vorrei il costume (taglia 36), la pistola, la batmobile, segue l’indirizzo.

Caro Antonio, non ti offendi se ti chiamo per nome, vero? È da un po’ di tempo ormai che ci scriviamo.

Caro e intraprendente Caronia (…) continuate di questo passo e avrete sempre e sicuramente un vostro fan.

(…) Sappiate che da oggi avete un fan in più: vi seguirò sempre e vi auguro una felice e prospera vita avventurosa, voi, noi lettori e Batman. Vi abbraccio.

Marco Bruno di Roma protesta con noi perché, per un’incomprensione, non ha potuto avere un arretrato di Batman su Corto maltese e all’amministrazione si sono intascati i soldi. Caro Marco, il nostro potere sull’amministrazione Rizzoli è praticamente nullo (semmai è vero l’inverso), e però mi sembra strano che si tengano i soldi se l’albo non è disponibile. In tutti i casi mandami il tuo indirizzo: può darsi che possa fare qualcosa per procurarti l’albo, ma a titolo strettamente personale e per pura solidarietà fra bat-maniaci.

Al numero 33 un lettore prende scherzosamente le difese di Caronia che a sua volta non perde l’occasione per dimostrare, con la sua risposta, autoironia e senso dell’umorismo.

Caro Antonio Caronia (Carònia o Caronìa), conscio di essere una goccia nel mare delle lettere scritte all’uomo pipistrello vorrei comunque esprimerti la mia opinione. Ho aspettato un anno per darvi tempo di farmi vedere cosa sapete fare e come sapete farlo. Devo dire niente male. A parte il Batman di Miller, la vostra rivista è la prima che mi dà modo di apprezzare le storie del Cavaliere oscuro. da modesto inesperto intenditore di fumetti penso che le atmosfere nelle quali vive Batman siano al punto giusto, anche se mi piacerebbe un eroe un po’ ironico (parla un Dylandogomane sfegatato) salto richieste (più pagine e commenti, non condivido molto la retrospettiva) per arrivare al reale motivo che mi ha spinto a scriverti: TU. compro abitualmente numerose testate supereroistiche e leggo regolarmente la loro posta. Non è raro imbattersi in lettere di aspra critica, ma mai mi è capitato di vedere un Lupoi, uno Scatasta, un Alex, vittime di una dissacrante campagna d’infamia quale quella da cui sei stato investito. D’accordo, gestire un personaggio come Batman comporta non pochi problemi: scelte editoriali, selezione delle storie, qualità della stampa eccetera. Tutte situazioni che potrebbero irritare il pubblico più esigente, con la conseguente bufera di critiche e polemiche. Questo però non spiega la raffica di lettere al vetriolo che tentano di demolire il tuo self- control, che ormai hai dimostrato indistruttibile. Quale oscura forza arcana ha fatto di te un tale catalizzatore delle ire sviscerate di fumettofili assatanati? Le loro pugnalate infieriscono con violenza spropositata su di te, o supremo martire! inutile cercare un compromesso, tentare di accontentare anche i più maligni, o quantomeno cercare di giustificarsi davanti a tale plotone d’esecuzione (…) e tu, sciagurato collaboratore in disordine di apparizione, inconsciamente masochista, ti ostini a pubblicare le lettere più dure, quelle più intransigenti, per farci testimoni della tua disgrazia (…). Basta! o magnanimo collaboratore, o superbo Caronia (Carònia, Caronìa?) a te rivolgo queste adulazioni. Che possano esserti di conforto nei momenti più bui (…).

Ah caro Stefano, tu non sai quanto piacere mi ha fatto la tua lettera, e quanto piacere ha fatto alla Glénat, che non ne poteva più di pagarmi costosissimi soggiorni nelle migliori terme europee, da Chianciano a Marienbad, per curare i miei ricorrenti esaurimenti nervosi. Pensa che in certi momenti ero ridotto così male da essere convinto di chiamarmi Carònia, più come peraltro in anni ormai lontani centinaia di insegnanti e compagni di classe mi hanno sempre chiamato anziché Caronìa, che sarebbe l’esatta pronuncia se io, per squallido snobismo o per mettere alla prova il prossimo, tu non omettessi l’accento sulla “i”, che faciliterebbe le cose. Adesso temo solo che, irritati dal tuo panegirico, le orde dei miei inveterati detrattori, che negli ultimi tempi, devo dire, si erano un po’ calmate, rialzino la testa e mi costringano di nuovo all’angolo. Comunque ancora grazie, Stefano Babbini di Arcisate, e stai certo che, se decideremo di varare una rubrica dal titolo “Prendi per il sedere il tuo redattore” (un po’ come il “dipingi di giallo il tuo poliziotto” dei bei tempi andati) terremo presente la tua candidatura. E adesso passiamo alla consueta rassegna di opinioni su argomenti non tanto più seri, quanto più pertinenti.

È vero che dopo la pioggia di critiche dei primi numeri – buona parte delle quali alimentate dallo scontento per il precedente corso editoriale di Batman – al numero 13, Caronia tira un sospiro di sollievo: “Ho l’impressione che a poco a poco il tono della posta stia cambiando, che anche quelli tra voi che all’inizio parevano più critici lo siano meno, o in tono meno polemico. Non posso che essere soddisfatto, perché è un segno di quello che avevo pensato fin dall’inizio, che un giornale come questo si fa insieme e cambia insieme ai lettori”.
Negli anni di collaborazione con Glénat, Caronia cercò in effetti di rendere la posta di Batman uno spazio “democratico” di discussione in cui dare la parola sia ai lettori più ingenui che a quelli più competenti, pedanti o aggressivi. Fece di più: tentò di non far sentire i lettori semplici fruitori che si fanno intrattenere (di fatto molti di loro erano già in origine qualcosa di diverso: fanatici). I loro desideri contavano, le loro richieste erano quasi sempre prese in considerazione, o quanto meno discusse.
Caronia mostrò di apprezzare, non solo a parole, la passione sincera dei suoi interlocutori. “Io apprezzo molto tutte le vostre idee e i vostri suggerimenti, perché li leggo come un segno dell’attaccamento e della partecipazione attiva dei lettori (accanto ad altre caratteristiche meno simpatiche, questa è una delle cose che più mi piacciono del mondo degli appassionati del fumetto)”. Prese (quasi) sempre sul serio le richieste, le riflessioni e le rimostranze dei lettori anche se in diverse occasioni fu necessaria una buona dose di ironia per continuare il dialogo.
Caronia ebbe a cha fare con lettori e fan di ogni tipo: da quelli più costruttivi e a quelli più logorroici e pedanti, da quelli incredibilmente ostinati e accaniti nelle loro richieste (facendo un bilancio delle richieste, la più frequente fu quella di aumentare il numero di pagine) ai collezionisti. Fanno sorridere anche i lettori che, avendo mangiato la foglia, iniziano a travestire le loro richieste e le loro pretese da consigli di marketing su come aumentare le vendite, lettori ai quali Caronia rispose, a un certo punto, seccato.
Non c’è dubbio che il suo modo di gestire e stimolare le proposte dei fan gli si ritorse talvolta contro. Da un lato perché rese difficile affrontare le richieste sempre più numerose di lettori in cui cresceva il desiderio di sentirsi parte attiva nelle scelte della casa editrice – un desiderio parzialmente appagato visto che alcuni suggerimenti vennero accolti e che forse anche la scelta di pubblicare certi albi piuttosto che altri fu influenzata dalle richieste dei fan. Dall’altro lato, credo, perché rese più delicata la posizione di Caronia nel gestire la mancanza di stima quando non l’odio dichiarato di una parte dei fan nei confronti di Fulvia Serra e di Rizzoli.
Per quanto non possa esserci niente di più serio che dialogare con dei fanatici, credo che l’immagine di Caronia che nei primi anni ’90 si trova fra le mani la patata bollente del dialogo con i fan di Batman sveli anche le sue sfumature più comiche. L’impressione è che in quegli anni anche Caronia si sia divertito. Anche quando dovette affrontare dei fanatici incazzati.

Miriam Eleftheria

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